mercoledì 29 febbraio 2012

Troppi costi…niente conto corrente gratis per i pensionati dalle banche

Troppi costi…niente conto corrente gratis per i pensionati dalle banche

La banda cartello aggiornata degli spacciatori del nostro debito pubblico

La banda cartello aggiornata degli spacciatori del nostro debito pubblico: L'avevamo pubblicata su facebook, l'avevo fortunatamente scaricata in locale, è la nuova lista della banda cartello dei dealer o specialisti in titoli di Stato, questa volta (anno 2011) pubblicata a febbraio di quest'anno in un sito più nascosto del ministero del Tesoro e ritrovata grazie a M. Saba, ma poi fatta sparire dallo stesso sito e persino da un sito per la ricerca di cache come archive.org... Un lavoro da certosino, intervenuto in seguito a furibonde discussioni avvenute nei giorni scorsi in un gruppo di facebook sulla MMT e la fallacia di tutta l'operazione Barnard, gruppo in cui avevamo varie volte allegato l'indirizzo con la lista.

Ecco a voi la lista aggiornata dei nostri spacciatori di debito pubblico (per la lista degli anni 2009 e 2010, http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2010/09/elenco-degli-specialisti-strozzini.html e http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/elenco_specialisti/Elenco_Specialisti_Titoli_di_Stato_8_febbraio_2010.pdf).

N. Forcheri
29 febbraio 2012



IL TEMPO IN TRE ATTI

IL TEMPO IN TRE ATTI:

di Gianni Tirelli


1° atto

Il tempo esiste ed ha una sua funzione: la catarsi dall’umiliazione. E’ inutile girarci intorno quando ogni attimo della nostra vita é la conferma lapalissiana, banale e retorica della sua onnipresenza. Il tempo é la vita che nasce e che tramonta. Sono l’audacia e il pensiero, le emozioni e i desideri, le labbra e le paure che esprimono il loro tempo.

Il sogno é il tempo, e il fuoco e l’acqua che, dalla sorgente raggiunge il mare, metafora del suo scorrere. E lungo é il tempo del dolore e breve dell’amore. La noia é il tempo, e la fuga e la virtù.

Il concetto di infinito presente non annulla il tempo, ne lo comprime ma miracolosamente lo allarga, lo espande e ne fa eternità.

E la parola é il tempo, e ogni arte e religione, credo e convinzione che dal cuore e dall’anima traghettano alla mente per dare spazio a un tempo che non vorremmo mai finisse.

Solo nel buio del silenzio il tempo soccombe per spegnere ogni preghiera e ragione. Ma poi basta un respiro, uno soltanto in tutto l’universo, perché ritorni a illuminare l’infinito, a dare spazio alla coscienza, e misure alla ragione.

E questo tempo è sacro e sacro è il nostro tempo! Il tempo che dissolve il superfluo e conserva l’essenziale.



2° atto

Il fatto di avere accorciato fino all’inverosimile i tempi di produzione di un qualsiasi bene di consumo e accelerato chimicamente e meccanicamente la maturazione dei prodotti della terra, non ha restituito all’individuo “moderno” quel tempo libero necessario e vitale che il Sistema impostore e cialtrone prometteva come baluardo di progresso e libertà, ma lo ha sovraccaricato e oberato di ulteriore lavoro, per relegarlo dentro una schiavitù senza catene.

Questa accelerazione sistematica di tutto ciò che concerne il lavoro e la comunicazione, ha reso la nostra vita un inferno quotidiano sottraendo all’individuo quel tempo libero e sacrosanto destinato alla contemplazione, alla meditazione, alla preghiera, e all’osservazione del mondo esterno e dentro di se. Senza questo Tempo Vitale, non siamo che numeri; meccanismi arrugginiti e consunti

Come possiamo bruciare otto ore del nostro sacro tempo, fra miasmi velenosi di fabbriche assordanti, nell’occupazione di un lavoro senza sbocchi, privato di ogni passione e di crescita umana? Sarebbe meglio farla finita per sempre! Un uomo, costretto a lavorare otto ore ogni santo giorno (che piova o tiri vento), per quarant’anni della sua vita dentro una fabbrica malsana e caotica, per miserabili 1000 euro al mese, non solo è un irresponsabile ma (senza il dubbio di essere smentito), uno psicopatico. Questo, vale anche per le otto ore svendute di fronte ad un computer, o alla guida di un Tir, o alla cassa di un supermercato. Questa non è la vita o estrema condizione di sopravvivenza, ma stato vegetativo.

Il tempo e la qualità della vita, sono i beni più preziosi che abbiamo avuto in dote dalla bontà infinita del Mistero, e li dobbiamo custodire gelosamente – nessuno ce li può sottrarre, tanto meno ad un prezzo così alto.


3° atto

Era solo lunedì e oggi è già sabato! L’estate è volata e presto ci troveremo in pieno inverno senza accorgercene. Un altro anno se ne andato come niente fosse.

Stamattina mi sono svegliato e avevo ottant’anni. Incredibile di come passa il tempo! Solo ieri avevo trent’anni. Questa notte resterò sveglio- non voglio perdermi la fine.

Questo tempo è una vera furia!! Schiaccia ogni cosa che trova davanti a se lasciandosi dietro il suo bel mucchio di infiniti cadaveri! Solo la morte può fermare il tempo


Il tempo stringe, il tempo vola, il tempo è all’acqua, il tempo è denaro ! E chi ha tempo non aspetti tempo – tempo al tempo! Il tempo è galantuomo, ma spesso se la prende comoda. Così noi, nel frattempo, siamo passati a miglior vita, senza neppure sapere com’é finita. Io sono il tempo e dicono di me che sono relativo. Miserabili quegli uomini che non cercano l’assoluto.

“Del tempo vorreste farne una corrente per vigilarne lo scorrere seduti sulla riva. Ma ciò che é eterno in voi, sa che la vita é eterna.” Gibran


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IL TEMPO IN TRE ATTI

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di Gianni Tirelli


1° atto

Il tempo esiste ed ha una sua funzione: la catarsi dall’umiliazione. E’ inutile girarci intorno quando ogni attimo della nostra vita é la conferma lapalissiana, banale e retorica della sua onnipresenza. Il tempo é la vita che nasce e che tramonta. Sono l’audacia e il pensiero, le emozioni e i desideri, le labbra e le paure che esprimono il loro tempo.

Il sogno é il tempo, e il fuoco e l’acqua che, dalla sorgente raggiunge il mare, metafora del suo scorrere. E lungo é il tempo del dolore e breve dell’amore. La noia é il tempo, e la fuga e la virtù.

Il concetto di infinito presente non annulla il tempo, ne lo comprime ma miracolosamente lo allarga, lo espande e ne fa eternità.

E la parola é il tempo, e ogni arte e religione, credo e convinzione che dal cuore e dall’anima traghettano alla mente per dare spazio a un tempo che non vorremmo mai finisse.

Solo nel buio del silenzio il tempo soccombe per spegnere ogni preghiera e ragione. Ma poi basta un respiro, uno soltanto in tutto l’universo, perché ritorni a illuminare l’infinito, a dare spazio alla coscienza, e misure alla ragione.

E questo tempo è sacro e sacro è il nostro tempo! Il tempo che dissolve il superfluo e conserva l’essenziale.



2° atto

Il fatto di avere accorciato fino all’inverosimile i tempi di produzione di un qualsiasi bene di consumo e accelerato chimicamente e meccanicamente la maturazione dei prodotti della terra, non ha restituito all’individuo “moderno” quel tempo libero necessario e vitale che il Sistema impostore e cialtrone prometteva come baluardo di progresso e libertà, ma lo ha sovraccaricato e oberato di ulteriore lavoro, per relegarlo dentro una schiavitù senza catene.

Questa accelerazione sistematica di tutto ciò che concerne il lavoro e la comunicazione, ha reso la nostra vita un inferno quotidiano sottraendo all’individuo quel tempo libero e sacrosanto destinato alla contemplazione, alla meditazione, alla preghiera, e all’osservazione del mondo esterno e dentro di se. Senza questo Tempo Vitale, non siamo che numeri; meccanismi arrugginiti e consunti

Come possiamo bruciare otto ore del nostro sacro tempo, fra miasmi velenosi di fabbriche assordanti, nell’occupazione di un lavoro senza sbocchi, privato di ogni passione e di crescita umana? Sarebbe meglio farla finita per sempre! Un uomo, costretto a lavorare otto ore ogni santo giorno (che piova o tiri vento), per quarant’anni della sua vita dentro una fabbrica malsana e caotica, per miserabili 1000 euro al mese, non solo è un irresponsabile ma (senza il dubbio di essere smentito), uno psicopatico. Questo, vale anche per le otto ore svendute di fronte ad un computer, o alla guida di un Tir, o alla cassa di un supermercato. Questa non è la vita o estrema condizione di sopravvivenza, ma stato vegetativo.

Il tempo e la qualità della vita, sono i beni più preziosi che abbiamo avuto in dote dalla bontà infinita del Mistero, e li dobbiamo custodire gelosamente – nessuno ce li può sottrarre, tanto meno ad un prezzo così alto.


3° atto

Era solo lunedì e oggi è già sabato! L’estate è volata e presto ci troveremo in pieno inverno senza accorgercene. Un altro anno se ne andato come niente fosse.

Stamattina mi sono svegliato e avevo ottant’anni. Incredibile di come passa il tempo! Solo ieri avevo trent’anni. Questa notte resterò sveglio- non voglio perdermi la fine.

Questo tempo è una vera furia!! Schiaccia ogni cosa che trova davanti a se lasciandosi dietro il suo bel mucchio di infiniti cadaveri! Solo la morte può fermare il tempo


Il tempo stringe, il tempo vola, il tempo è all’acqua, il tempo è denaro ! E chi ha tempo non aspetti tempo – tempo al tempo! Il tempo è galantuomo, ma spesso se la prende comoda. Così noi, nel frattempo, siamo passati a miglior vita, senza neppure sapere com’é finita. Io sono il tempo e dicono di me che sono relativo. Miserabili quegli uomini che non cercano l’assoluto.

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DEMOCRAZIA O BLUFF PILOTATO DA BANDE INTERNAZIONALI ?

DEMOCRAZIA O BLUFF PILOTATO DA BANDE INTERNAZIONALI ?:

di Antonio Serena

Rinascita


Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra, una cifra dall’altra: sono analfabeti totali. Trentotto su cento lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta semplice e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione, ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona indecifrabile. Tra questi, il 12 per cento dei laureati. Soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”.


L’articolo, reperibile in vari siti internet, si rifà ad uno studio condotto a suo tempo dall’Istituto Canadese di Statistica in collaborazione con l’OCSE ed è stato illustrato dal pedagogista Tullio De Mauro. I suoi contenuti sono stati rielaborati di recente da Piero Angela nel suo libro, “A cosa serve la politica”, Mondadori, Milano 2011.


Scrive Angela: L’indagine, compiuta su un campione rappresentativo di cittadini, consisteva in sei questionari concernenti la lettura, la scrittura, e il calcolo.


Le risposte venivano classificate in cinque livelli: il 4° e il 5° livello comprendevano coloro che avevano conseguito un risultato buono, o ottimo, il 3° livello un risultato mediocre, il 1° e il 2° erano coloro invece a rischio di analfabetismo. Il quadro, in dettaglio, è il seguente: il 5 per cento della popolazione non arriva neppure al 1° livello, cioè è letteralmente analfabeta. Ciò vuol dire che il numero degli analfabeti in Italia supererebbe nettamente i due milioni! In precedenti indagini risultava un numero inferiore (700 mila), ma derivava da un’autodichiarazione, non da un test reale.



Al 1° livello (rischio di analfabetismo) si trova il 33 per cento degli italiani. E un altro 33 per cento si ferma al 2° livello.


Ciò significa che complessivamente oltre il 70 per cento degli italiani (il 71 per cento) non arriva neppure al 3° livello, cioè alla mediocrità!… Solo il 20 per cento si situa nella fascia sopra la mediocrità, e pochissimi raggiungono il 4° e 5° livello”.


L’analisi si presterebbe a mille e una considerazioni, ma preferiamo soffermarci sulla più elementare. E’ evidente che dei livelli culturali simili non permettono alla stragrande maggioranza delle persone di “orientarsi nella vita” (era questo l’obiettivo dell’indagine), costringendoli a subire l’oppressione di potenti mezzi di informazione che condizionano ogni loro scelta.


Non è forse un caso che, ad esempio in politica, poche parole d’ordine, ripetute con martellante insistenza abbiano condizionato le masse nell’esprimere un voto che, proprio per queste caratteristiche, non poteva assolutamente definirsi “libero e democratico” come si è cercato di far credere.


Negli anni di piombo (per non allontanarci troppo dal momento attuale) la Democrazia cristiana ha potuto tranquillamente governare, oltre che con i mezzi che deteneva, unicamente barcamenandosi tra gli “opposti estremismi”.


Una volta caduta in disgrazia per una serie di coincidenze la prima repubblica, la Lega e PDL sono subentrati al vecchio regime promettendo un cambiamento che si fondava su alcune parole d’ordine ampiamente condivise dalla gente (difesa delle identità, liberismo economico, lotta all’immigrazione selvaggia) urlate ai quattro venti da una pletora di media asserviti. Non è cambiato molto con Monti, portato al potere dai potentati economici internazionali, in un momento in cui la partitocrazia aveva raggiunto i livelli minimi di gradimento popolare, con la promessa di “salvare l’Italia dalla bancarotta”; in realtà foraggiando con i soldi dei cittadini i maggiori responsabili dello sfascio economico e produttivo capitalista.


Le potenti iniezioni di evidenti menzogne non scuotono minimamente una popolazione che, specie di questi tempi, ha altro cui pensare. Inebetito da crisi economica e ignoranza, il popolo crede a tutti i ciarlatani che si profilano volta a volta all’orizzonte. Solo per fare qualche esempio, come può un partito che parla di sovranità e indipendenza della nazione o di parti di essa (Padania), e come possono partiti di sinistra nati all’ ombra di parole d’ordine come tutela del proletariato o antimperialismo, condividere e foraggiare in ogni parte del mondo “aggressioni militari” a fine di lucro gabellandole per “missioni di pace”?


Possono. Perché la democrazia non c’è ed il popolo non ha gli strumenti culturali adeguati per opporsi a queste nefandezze.


La soluzione del problema consiste nel riuscire a togliere a questa casta di usurai, unico e vero nemico dopo la caduta delle ideologie, il controllo pressoché assoluto dell’informazione, aprendo la strada ad una crescita culturale ed al ritorno ad un programma di vera socialità. Altrimenti assisteremo ad una ribellione violenta ed inarrestabile di masse sempre più numerose di schiavi in un mondo globalizzato che – forse qualcuno non se n’è ancora accorto – non è più quello degli archi, delle frecce e delle riserve indiane.


Link: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=13361


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