Centinaia ai funerali del giudice
«Ha raggiunto i suoi amici», ha detto il parroco riferendosi a Falcone e Borsellino
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PISTOIA. Centinaia di persone hanno voluto dare l’ultimo saluto, ieri mattina, in una chiesa di Vicofaro gremita, al giudice Michele Barillaro, morto il 23 luglio scorso in un incidente stradale in Namibia. Il magistrato era padre di due bambine, di 12 e 10 anni, e marito di Patrizia Martucci, giudice delle indagini preliminari al tribunale di Pistoia. «Michele ha raggiunto i suoi amici» ha detto durante l’omelia il parroco di Vicofaro riferendosi ai giudici Falcone e Borsellino, la cui gigantografia capeggiava dietro la bara nel corso della cerimonia funebre.
Proprio qualche giorno prima della tragedia, Michele Barillaro aveva tenuto un toccante intervento nell'aula collegiale del tribunale di Pistoia in occasione della commemorazione della strage in cui vent’anni fa perse la vita il giudice Paolo Borsellino: il magistrato aveva infatti redatto, tra le altre, proprio la sentenza nel processo a Mariano Agate e ad altri 26 imputati nel cosiddetto processo Borsellino ter sulla strage di via d'Amelio. Le sue parole avevano strappato un lungo applauso e destato una profonda commozione.
In chiesa, per partecipare il loro cordoglio alla famiglia, erano presenti tanti colleghi arrivati da tutta Italia, avvocati, autorità e forze dell’ordine.
Michele Barillaro, gip al tribunale di Firenze, aveva 45 anni ed era sposato con un altro magistrato, Patrizia Martucci, dal 2007 in organico al tribunale di Pistoia. Con la famiglia abitava a Pontelungo ed era un membro molto attivo della comunità parrocchiale di Vicofaro.
Magistrato di Corte d'Appello, Michele Barillaro era nato a Reggio Calabria nel 1967. Laureatosi nel 1990 a Bologna, dal 1996 al 2006 era stato giudice del Tribunale di Nicosia (Enna) e consigliere applicato alla Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta, trasferendosi poi al Tribunale di Firenze e lavorando anche alla sede di Empoli.
03 agosto 2012
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