Se la tua Azienda rischia gravi perdite al fine di saldare i debiti con le Banche, c'è una soluzione che puoi adottare per avere la certezza che le cifre che ti vengono richieste siano legittime. Perché molto probabilmente sarai tu a RISCUOTERE (invece di pagare).
Molto spesso accade che la banca, dopo la revoca del fido, richieda l’immediato rientro al correntista o, in alternativa, proponga un piano di dilazione con interessi oltremodo onerosi, se non usurari.
In caso di mancato accordo, l’istituto di credito richiede ed ottiene decreto ingiuntivo ed agisce, anche in sede esecutiva, contro l’ex cliente.
Spesso, soprattutto quando si tratta di un rapporto contrattuale molto datato, è facile che il debito del correntista dipenda in buona parte dalla gravosità degli interessi richiesti negli anni dalla banca, il più delle volte illegittimi, illegali e usurari.
In questo caso, se il correntista è i possesso degli estratti conto scalari del conto corrente (quelli degli ultimi dieci anni, si possono richiedere alla banca), può contrapporre al credito vantato dalla banca un proprio credito, a volte assai maggiore.
Le banche hanno infatti applicato nei contratti di conto corrente e apertura di credito, per decenni, interessi anatocistici illegali (interessi su interessi capitalizzati) e commissioni non dovute.
Sarà necessario far eseguire rapidamente una perizia econometrica sugli estratti conto, in modo da calcolare quanto la banca deve restituire e opporsi al decreto ingiuntivo sulla base della perizia stessa.
In questo caso, la giurisprudenza è assolutamente favorevole al correntista, ed i tribunali, normalmente, non concedono alla banca l’esecutività del decreto e, di fatto, congelano la situazione fino a quando non vengano accertate in causa le ragioni del correntista.
Peraltro le banche, nel richiedere l’emissione del decreto ingiuntivo al Tribunale, non producono tutti gli estratti conto relativi al rapporto, ma solo la certificazione del saldo finale, circostanza che, secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione (sentenza 21466/2013), in caso di opposizione da parte del correntista, legittima la sospensione del decreto stesso.
In buona sostanza è bene che i correntisti, soprattutto le aziende, sappiano che quando viene loro notificato dalle banche un decreto ingiuntivo, non tutto è perduto, ed anzi, in molti casi, la situazione si può addirittura ribaltare a loro favore! http://www.delittodiusura. it
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