Volendo trattare di Massoneria, vi sono due aspetti che possono essere investigati, entrambi degni della massima attenzione. Vi è, innanzitutto, il carattere intrinseco di questo ordine iniziatico, la sua storia, le sue origini, la sua finalità. E vi è, in secondo grado, la percezione che nel tempo il grande pubblico ha di questa organizzazione.
Nella nostra nazione, in particolare, l’idea che la massoneria generalmente trasmette è quella di un club elitario a cui si affiliano persone potenti con lo scopo di complottare alle spalle dei molti, nel peggiore dei casi, oppure in cerca del favore e dell’appoggio di personalità influenti, nel migliore. Questa visione è in gran parte frutto delle note vicende che sul finire degli anni settanta coinvolsero gli appartenenti alla ormai famigerata Loggia P2.
Si trattava, in sintesi, di una loggia massonica a cui aderirono alcuni tra i protagonisti più influenti della scena politica e civile italiana dell’epoca, politici, magistrati, vertici delle forze armate, personaggi dello spettacolo.
Senza entrare nel merito della vicenda, i cui sviluppi sono facilmente consultabili da chi ne avesse interesse, diviene interessante cercare di comprendere quanto effettivamente l’operato di tale loggia fosse riconosciuto dal Grande Oriente d’Italia, l’obbedienza a cui la P2 aderiva, oppure si trattasse effettivamente di una scheggia impazzita all’interno del mondo massonico italiano, una “loggia deviata”, come lo stesso Grande Oriente sostenne.
Dare una valutazione definitiva non è effettivamente possibile per chi non fosse direttamente coinvolto in quei fatti, ma vale comunque la pena ricordare come la costituzione di una loggia coperta, quale effettivamente la P2 era, rientrava all’interno della tradizione del Grande Oriente stesso.
Un loggia coperta veniva istituita quando vi era necessità di garantire la massima segretezza sul nome di alcuni iniziati particolarmente influenti, e lo stesso nome della loggia facente riferimento a Licio Gelli rimandava alla loggia coperta più celebre della massoneria italiana, quella Propaganda Massonica operante nei primi decenni del XX secolo, loggia di cui fecero parte, tra gli altri, Francesco Crispi ed Adriano Lemmi.
Una loggia coperta, in altri termini, potrebbe dare la possibilità ad illustri appartenenti alla libera muratoria di agire ai limiti per il raggiungimento di determinati scopi, qualsiasi essi siano, e nell’eventualità in cui il gioco venga scoperto l’obbedienza madre ha facile gioco nel rinnegare questi suoi fratelli, dichiarando la loro loggia di riferimento ‘deviata’.
Ma ancora prima che lo scandalo della Loggia P2 esplodesse, l’idea che della Massoneria era diffusa a livello popolare era quella di un club privato in cui personaggi potenti ed eccentrici si riunivano per farsi dei favori a vicenda.
Ma ancora prima che lo scandalo della Loggia P2 esplodesse, l’idea che della Massoneria era diffusa a livello popolare era quella di un club privato in cui personaggi potenti ed eccentrici si riunivano per farsi dei favori a vicenda.
Emblema di questa percezione è la classica scena dell’iniziazione dell’impiegato Giovanni Vivaldi, interpretato da Alberto Sordi, presente all’interno del film “Un borghese piccolo piccolo”, del regista Mario Monicelli. Nella pellicola, girata nel 1977, si racconta la storia, prima comica poi estremamente tragica, di un modesto impiegato, Sordi, appunto, che pur di trovare una sistemazione al figlio si affilia alla massoneria, nella speranza di poter avvicinare uomini influenti che possano aiutarlo nel suo intento.
La stessa scena della iniziazione è presentata in maniera alquanto grottesca, con i massoni dipinti quali attempati e pomposi, buffi e ridicoli nel loro bizzarro abbigliamento e boriosi nell’atteggiarsi a grandi iniziati. Il personaggio di Sordi, nella sua classica interpretazione dell’italiano medio, caciarone ed arrivista, fa assumere all’intera rappresentazione un carattere buffonesco, e l’atmosfera che regna nella sala è tutt’altro che solenne e ieratica.
Al contrario, negli Stati Uniti, nazione la cui storia notoriamente deve molto all’influenza di importanti membri della libera muratoria, l’appartenenza alla massoneria ed a circoli “simil-esoterici” ha da sempre fatto parte della cultura popolare, tanto che si stimano in quasi cinque milioni gli americani affiliati in qualche confraternita, da quelle più serie a quelle a connotazione più “goliardica”, ma sempre imparentate con la massoneria.
Personaggi pubblici assai noti non fecero mai mistero della loro affiliazione, e persino nei film e nelle produzioni destinate al grande pubblico non è raro imbattersi nella figura del massone.
Stan Laurel ed Oliver Hardy, i nostri Stanlio ed Ollio, massoni anche nella vita vera, lo furono ad esempio anche nel grande schermo, nel film “Sons of the desert”, così come era massone il padre di Richie Cunningham di Happy Days, che appare in diversi episodi col tipico fez leopardato dopo essere tornato da una riunione dei confratelli, ed addirittura sono stati membri di una confraternita anche Fred e Barney dei Flinstones.
Si potrebbe a questo punto pensare che la Massoneria non sia davvero altro che un club un po’ esclusivo, una organizzazione in cui aderiscono persone di una certa influenza che desiderano allargare la loro cerchia di conoscenze, così come uomini magari un po’ frustrati dall’ordinarietà della propria esistenza che vanno in cerca di una esperienza esotica, capace anche di accrescere la considerazione di sé per mezzo di titoli antichi ed altisonanti, quali ‘cavaliere’, ‘sorvegliante’, ‘oratore’, ‘maestro’, e via dicendo. C’è del vero in tutto questo, ed effettivamente non sono pochi coloro che aderiscono alla libera muratoria per tali motivi.
Ma non sarebbe corretto sostenere che la Massoneria è questo e nulla di più. Non bisogna dimenticare che la libera muratoria è pur sempre un Ordine Iniziatico, un ordine in cui il simbolismo e lo studio dell’esoterismo hanno un ruolo fondamentale. Se scopo dei suoi membri fosse solamente quello di crearsi un ambiente riservato in cui portare avanti piccoli o grandi complotti, infatti, non vi sarebbe alcuna necessità di avvolgere il tutto con questa aura misterica. Inoltre, lungi dall’essere una semplice aggiunta costruita per darsi un tono esotico, il sapere che nel simbolismo massonico è accudito rimanda realmente a conoscenze che una parte dell’umanità si tramanda da secoli, innegabilmente.
Sul versante opposto, di conseguenza, sono molti coloro che vedono nella massoneria non solo una organizzazione frequentata da intrallazzatori di alto livello, ma addirittura una sorta di contro-chiesa luciferiana che da secoli trama nell’ombra per il ribaltamento dell’ordine sociale corrente, in previsione dell’edificazione di un nuovo ordine in cui i fratelli avranno il compito di formare l’élite illuminata che guiderà il resto della popolazione sottomessa.
In mezzo a queste due visioni, vi è infine quella propria dei Massoni più ‘consapevoli‘, che vedono nella loro organizzazione uno degli ultimi luoghi in cui il sapere cosiddetto esoterico della tradizione occidentale viene ancora trasmesso. A questi si uniscono coloro che pur ammettendo una decisa decadenza della istituzione riconoscono che per le persone in buona fede è ancora possibile ritrovare nella massoneria un depositario del suddetto sapere.
Dove sta, quindi, la verità, e sopratutto, cosa esattamente è la massoneria, e quali sono le sue reali origini? Occorre, a questo punto, fare una doverosa precisazione.
Nel parlare di massoneria, oggi, occorrerebbe sempre specificare che si tratta della Massoneria Moderna, così come è stata concepita a seguito della fondazione della Gran Loggia Madre del mondo, nata a Londra il 24 Giugno del 1717: questa Loggia riuniva ed unificava i diritti e i doveri degli affiliati delle precedenti e sparse logge.
Ma ancora più importante per la presente trattazione è l’operato del pastore presbiteriano James Anderson, il quale nel 1723 pubblicò le “Constitutions of Freemasons” in cui venivano definiti i Landmarks, i punti fondanti dell’ordine, e le prescrizioni rituali. Anderson diede alla libera muratoria una impronta “deista”, e rescisse ogni legame che in precedenza legava la Massoneria con la Chiesa Cattolica: da questo momento, il carattere ‘tradizionale’ dell’ordine si andò sempre attenuando.
Questo strappo col passato fu il secondo fattore che condusse la massoneria a divenire nel tempo quello che è oggi, ed a differenziarsi nettamente dalle confraternite dalle quali in qualche modo discende. Come è noto, la simbologia di cui la massoneria fa uso si rifà in gran parte alla strumentazione di lavoro degli antichi maestri muratori medioevali, i costruttori delle Cattedrali, ed in seno alle loro logge ebbe origine quel processo che condusse, a distanza di secoli, alla formazione di una organizzazione per molti versi in antitesi con gli ideali stessi di quei primi muratori. Le confraternite di costruttori medioevali erano infatti dei luoghi in cui si trasmettevano le conoscenze pratiche e spirituali che il mestiere di costruttore portava con sé.
E’ importante soffermarsi sulla associazione dei termini “pratico e spirituale”, dal momento che in epoca medioevale queste due componenti formavano le basi di una unica ricerca interiore, ed erano imprescindibili l’una dall’altra. Il costruttore nel suo operare imparava infatti i segreti della materia e della edificazione, e questa era la strada per intraprendere una costruzione personale ancora più importante, che passava per il centro del proprio essere.
Il simbolismo usato all’interno delle confraternite medioevali – la squadra ed il compasso, la livella, le colonne, l’arco, e così via – di conseguenza portavano in sé una connotazione potente, dal momento che non erano mere rappresentazioni astratte, ma ricordavano al costruttore le realtà superiori per mezzo di esperienze vissute direttamente, sulle quali la pratica stessa del mestiere induceva a meditare.
Con il passare dei secoli, iniziarono a prendere parte all’interno delle riunioni delle confraternite anche dei membri non-operativi, degli accettati o speculativi, ovverosia degli intellettuali che non svolgevano direttamente il mestiere di edificatore, ma erano affascinati dal simbolismo dei costruttori e dalle implicazioni spirituali della loro opera. Questi speculativi furono a tutti gli effetti i veri precursori dei massoni moderni, dal momento che da un certo punto in poi il fattore operativo, propriamente detto, cessò di far parte delle esperienze di un confratello.
Si perse, inoltre, gradualmente il carattere prettamente cristiano che le logge degli antichi costruttori portavano con sé, finché, come si è visto, si arrivò allo strappo di Anderson, in cui la massoneria si avviava ad assumere dei connotati anti-cattolici, consolidati sul finire del XVIII secolo.
La massoneria moderna abbandonò gli antichi legami con la religione tradizionale, trasformandosi in qualcosa del tutto nuovo, recuperando nel tempo dottrine, quali il gnosticismo, in netto contrasto con l’ortodossia cristiana. Questo passaggio risulta oltremodo importante, essenziale, per comprendere il futuro ed attuale sviluppo della libera muratoria: occorrerà quindi soffermarsi sulla distinzione tra la gnosi ed il gnosticismo.
La questione della “gnosi” è altamente intricata, e ciò è dovuto principalmente ad un cattivo uso del termine che negli ultimi tempi è stato fatto. Gnosi, in primo luogo, significa semplicemente conoscenza. Col termine gnosi si è poi voluto descrivere un insieme di dottrine più o meno “ortodosse” che si sono sviluppate in parallelo alla religione cristiana ed ebraica.
La questione della “gnosi” è altamente intricata, e ciò è dovuto principalmente ad un cattivo uso del termine che negli ultimi tempi è stato fatto. Gnosi, in primo luogo, significa semplicemente conoscenza. Col termine gnosi si è poi voluto descrivere un insieme di dottrine più o meno “ortodosse” che si sono sviluppate in parallelo alla religione cristiana ed ebraica.
Il problema nasce nel momento in cui il termine gnosi viene applicato unicamente a quelle dottrine principalmente dualiste che svalutano e banalizzano l’iniziale ricerca mistica ed esoterica, una ricerca che si sviluppava in conformità con la dottrina exoterica della religione. Tale banalizzazione ha luogo nel momento in cui la ricerca spirituale viene tradotta in termini immanenti, e viene fatta una lettura letterale di concetti allegorici e simbolici.
La gnosi autentica, invece, è, in sintesi, la ricerca del divino attraverso un percorso sovra-sensoriale e sovra-razionale, un percorso necessariamente legato e complementare al culto ed ai riti exoterici.
Oggi, invece, col termine gnosi si descrivono quelle dottrine in antitesi con l’ortodossia cristiana accomunate da un forte dualismo (dualismo che ad un livello superiore non ha motivo di esistere, essendo qualsiasi contrapposizione estranea alla divinità), e da un generale disprezzo nei confronti del creato. Idea condivisa di questi movimenti è la presenza di un dio malvagio (il dio che crea il mondo materiale) contrapposto ad un dio che dona la vera conoscenza (identificato spesso in Lucifero-Satana).
Se seguita con coerenza tale teologia porta inevitabilmente a disprezzare il creato, in quanto realtà corrotta e regno del male, e di conseguenza la dissoluzione diviene atto auspicabile.
Di questa dottrina abbiamo tracce nelle cosiddette eresie manichea, bogomila, catara, e in tutte le loro derivazioni. Per evitare confusioni sarebbe forse opportuno chiamare queste dottrine “gnosticismi”, ridando al termine gnosi il suo iniziale significato.
Il creato può essere quindi considerato da due opposti punti di vista: da un lato si può vedere nel mondo ed in tutto ciò che è esistente l’opera del creatore, ed in essa, per mezzo di essa a e trascendendo essa riscoprire il senso ultimo della propria essenza e dell’esistenza stessa, oppure si può considerare il mondo materiale come una degenerazione, una sorta di opera uscita male da demolire in vista di una migliore ricostruzione. Questa seconda visione è propriamente quella gnostica, fatta propria nel tempo da sette quali i bogomili, i catari, i manichei, e gli attuali massoni.
Il creato può essere quindi considerato da due opposti punti di vista: da un lato si può vedere nel mondo ed in tutto ciò che è esistente l’opera del creatore, ed in essa, per mezzo di essa a e trascendendo essa riscoprire il senso ultimo della propria essenza e dell’esistenza stessa, oppure si può considerare il mondo materiale come una degenerazione, una sorta di opera uscita male da demolire in vista di una migliore ricostruzione. Questa seconda visione è propriamente quella gnostica, fatta propria nel tempo da sette quali i bogomili, i catari, i manichei, e gli attuali massoni.
La riconsiderazione della figura di Lucifero, la dissoluzione ed il caos visti da una prospettiva positiva si inseriscono tutti all’interno di questa dottrina. Ecco quindi che la Massoneria moderna si diede uno scopo nuovo, l’edificazione di quel Nuovo Ordine oggi tanto in voga, un processo sintetizzato nell’innalzamento del Tempio che rimano scopo ultimo dichiarato di ogni loggia.
Seguendo quindi i passaggi del processo alchemico, la libera muratoria divenne per mezzo dei suoi membri più influenti uno strumento atto a contrastare ed eliminare tutte le vestigia del mondo religioso-tradizionale che sopravvivevano in occidente, in prospettiva della edificazione di un nuovo sistema basato sul sapere esoterico rivisitato di cui le logge si fecero portatrici.
Ancora oggi molti, ingenuamente, hanno visto nella massoneria moderna una organizzazione che se non altro ha contribuito a portare eguaglianza e democrazia e libertà di espressione in un mondo che era piombato nelle tenebre, ma questi non furono che passaggi in preparazione della nuova era che i membri delle società iniziatiche andavano delineando. Più che di un ‘complotto’ si tratta quindi di un progetto attentamente pianificato che si va sviluppando nei secoli, un progetto del quale molti massoni, la maggioranza con ogni probabilità, ignorano l’esistenza.
Paradossalmente, infatti, il simbolismo massonico racchiude invece in sé ancora adesso i semi delle antiche conoscenze antiche, quel simbolismo che narra di costruzione e di edificazione, e non di dissoluzione, mentre i vertici della libera muratoria, per ignoranza o malafede, hanno reso l’organizzazione un luogo adatto al reclutamento di alcuni degli esponenti più ‘materiali’ del genere umano, una sorta di palestra di formazione per chi punta all’arrivismo ed alla scalata sociale ai danni del suo prossimo.
Tratto da Free Your Mind!
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